Know How e innovazione – Il fisioterapista e i disturbi temporo-mandibolari
Le conseguenze dello stress e delle preoccupazioni dei due anni di Covid-19 hanno portato diverse ripercussioni sulla salute e sul benessere delle persone, la situazione sociopolitica e geopolitica globale le hanno acuite. Il denominatore comune di questo malessere è la sensazione di ansia costante, stress e in alcuni casi anche di panico. Tali problematiche sono molto diffuse e anche chi non avverte in modo evidente il senso di disagio che questo periodo sta arrecando, ha spesso delle ripercussioni a livello fisico le cui radici nascono da questi eventi così complessi da affrontare. Non è un caso che dalla primavera del 2020 siano aumentati del 10% nella popolazione adulta – in prevalenza femminile – e addirittura del 40% fra i giovani e bambini i disturbi temporo-mandibolari.
La motivazione va ricercata principalmente nel modo in cui il corpo risponde allo stress provocato da tutte le misure che hanno limitato e cambiato le nostre vite: lock-down, mancanza di socialità, chiusura di attività commerciali, crisi economica e guerra. Il fisico infatti somatizza il disagio e le forme di ansia in molti modi, ma uno di quelli più comuni è l’acuirsi dello stato tensivo dell’articolazione temporo-mandibolare che provoca dolori a livello oro-facciale, temporale e cervicale. Oltre al malessere, tensioni di questo tipo portano, nei casi più gravi, a una quasi completa inabilità a vivere una vita normale: mangiare, deglutire, parlare, sorridere e nei casi peggiori muoversi. Azioni basilari e fondamentali per vivere una vita normale. Per quanto non si tratti di patologie pericolose per la salute possono però diventare altamente invalidanti e in ogni caso molto fastidiose.
L’aumento dell’incidenza del problema nei più giovani è un campanello d’allarme di quanto la crisi globale abbia impattato negativamente nello loro vite. In questo caso molto spesso le tensioni muscolo-scheletriche sono causate dall’inespressione di emozioni come la rabbia che, al contrario, vengono represse per manifestarsi poi sotto forma di malesseri fisici. Per tutte le fasce d’età è quindi importante intervenire in maniera quanto più precoce e risolutiva contro i disturbi temporo-mandiblari.
L’articolazione temporo-mandibolare
L’articolazione Temporo-Mandibolare svolge la funzione di articolare il movimento complesso della mandibola nei tre piani dello spazio, fondamentali per la masticazione e la fonazione. Si distinguono tra movimenti simmetrici – apertura, chiusura, protrusione, retrusione – e asimmetrici, ovvero lateralità, masticatori e altri movimenti automatici. L’ATM è una diartrosi – un’articolazione che riguarda superfici ossee che scivolano sulla cartilagine articolare consentendo ampi movimenti – bicondiloidea costituita dal condilo mandibolare, dalla porzione articolare dell’osso temporale, da un disco biconcavo interposto tra le due componenti ossee, dalla capsula articolare e da strutture legamentose. Tra le superfici articolari, entrambe convesse e non perfettamente congrue, il disco articolare fibroso divide l’articolazione in due compartimenti separati, rivestiti da membrana sinoviale: un piano sottodiscale e un piano sopradiscale.
L’ATM presenta una capsula articolare definita come un manicotto fibroso che avvolge le porzioni ossee vicine. È costituita da tessuto connettivo denso, fasci intrecciati spesso infiltrati da tessuto adiposo e si presenta ispessita in corrispondenza dei legamenti intrinseci. La faccia esterna della capsula articolare, dalla fossa mandibolare si inserisce al di sotto del condilo mandibolare, mentre quella interna prende contatto con i margini mediale, laterale ed anteriore del disco articolare e con le lamine retrodiscali superiore ed inferiore, suddividendo l’articolazione in due cavità distinte: superiore (superficie superiore disco articolare e fossa mandibolare) ed inferiore (superficie inferiore del disco articolare e collo mandibolare).
Insieme alla capsula, la stabilità funzionale ed articolare è presieduta dai legamenti. Questi limitano e guidano i movimenti entro ampiezze consentite dalle caratteristiche anatomiche dell’articolazione, attraverso una funzione di stabilizzazione, una di controllo e una protettiva. I legamenti si possono dividere in intrinseci ed estrinseci a seconda che si trovino rispettivamente all’interno o all’esterno dell’articolazione temporo-mandibolare. Di particolare interesse tra i legamenti intrinseci il legamento collaterale laterale, e tra quelli estrinseci il legamento temporo-mandibolare.
Cause e sintomi dei disturbi temporo-mandibolari
I DTM possono essere causati da un’ampia varietà di fattori, tra le condizioni associate ai DTM si riconoscono bruxismo, tensione dei muscoli della testa e del collo, malocclusione dentaria, situazioni psicologiche eccessivamente stressanti, traumi diretti al volto, abitudini parafunzionali come mordicchiamento di labbra, guance e lingua, onicofagia, uso frequente di gomme da masticare e assunzione di una postura scorretta. Come per le cause, anche le sintomatologie riconducibili ai DTM sono molteplici, e variano in base alla gravità della patologia.
I DTM difficilmente sono contraddistinti da un solo sintomo. Si hanno di solito una pluralità di sintomi che nella maggior parte dei casi coinvolgono l’articolazione temporo-mandibolare. Le persone che presentano disordini temporo-mandibolari accusano principalmente dolori al viso, alla mandibola, all’orecchio e alle tempie. Ronzii, fischi o acufeni, tintinnii e sensazione di ovattamento. Dolori al collo, rumori all’articolazione della mandibola, limitazione dell’apertura della bocca, deviazione dell’apertura della bocca, sensazione di malocclusione, denti usurati, difficoltà di masticazione, vertigini e capogiri, affaticamento della vista, intorpidimento e formicolio agli arti.
Il ruolo del fisioterapista contro i disturbi temporo-mandibolari
L’A.I.F.I. descrive il fisioterapista come un operatore sanitario che ha conseguito la laurea triennale ed è esperto nella riabilitazione motoria e nella rieducazione posturale. Lo specialista valuta e tratta le disfunzioni presenti nelle aree della motricità delle funzioni corticali superiori e viscerali conseguenti ad eventi patologici, a varia eziologia, congenita o acquisita. Elabora la definizione del programma di riabilitazione volto all’individuazione ed al superamento del bisogno di salute del disabile e pratica attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie e cognitive utilizzando terapie fisiche, manuali e trattamenti attraverso dispositivi medici funzionali.
I disturbi temporo-mandibolari rientrano dunque nella sua specifica area di competenza. Sempre più pazienti si rivolgono al fisioterapista per trovare una soluzione a questo tipo di patologie e questo bacino di utenza è di vitale importanza per ogni specialista che vuole trovare ulteriori canali per marginalizzare. Trattare i DTM risulta spesso complicato, a causa dei molteplici e diversi sintomi che possono presentarsi nel paziente: adottare un approccio sinergico risulta necessario.
Approccio fisioterapico con Velvet TMJ
L’approccio consigliato per affrontare i dolori temporo-mandibolari è multidisciplinare: è importante creare una sinergia tra diversi trattamenti fisioterapici. Dai trattamenti per lenire il dolore fino ad arrivare a risolvere il problema definitivamente, tutto dipende dalla particolarità dei singoli casi e dal know how dello specialista. Il fisioterapista può però coadiuvare all’approccio manuale l’utilizzo di device innovativi che attraverso metodiche come l’elettroporazione permettono di di intervenire in maniera efficace sulla sintomatologia, evitando la somministrazione di farmaci per via sistemica, operazioni invasive e dolore. Grande efficacia nella terapia dei DTM è infine garantita dall’utilizzo della diatermia, tecnologia non invasiva che si avvale del principio basato sull’impiego del calore con finalità terapeutiche, soprattutto in presenza di affezioni dolorose e muscolari.
Il calore endogeno generato infatti, determina una biostimolazione con conseguente decompressione delle articolazioni e rilassamento dei muscoli masticatori. Top Quality Health è pronta ad affiancare lo specialista nel trattamento di queste patologie sempre più diffuse grazie al suo dispositivo Velvet TMJ. La metodica TQH rappresenta la prima scelta terapeutica per i pazienti affetti da Disturbi Temporo-Mandibolari. Il device possiede una tecnologia distrettuale non invasiva a Diatermia Capacitiva e Resistiva ed Elettroporazione, utilizzabile per la terapia dei disturbi a carico dell’ATM. L’obiettivo che persegue è quello di biostimolare il processo di guarigione affinchè avvenga più velocemente, con conseguente ripristino della funzione e con l’immediata scomparsa del dolore. Velvet TMJ rappresenta la soluzione indolore e non invasiva in grado di trattare tutti i tessuti dell’apparato stomatognatico e i disordini temporo mandibololari. La terapia fisioterapica attraverso il device TQH ha lo scopo di decomprimere le articolazioni, rilassare i muscoli e contribuire al riposizionamento della mandibola.