Induratio Penis Plastica: patologia, sintomi e cura
La Induratio Penis Plastica (IPP) è una patologia benigna del pene la cui caratteristica peculiare è l’insorgenza di ispessimenti fibrosi, dette placche, in una o più parti del pene. Si tratta di una malattia che colpisce circa il 10% della popolazione maschile, di età compresa tra i 50 e i 60 anni, anche se spesso viene riscontrata in età più giovane. Il dato della diffusione potrebbe, però, non essere veritiero in quanto gli uomini, soprattutto nel nostro paese, tendono a sottovalutare i sintomi della patologia oppure ad affrontarli con reticenza e vergogna. Spesso, a causa dell’imbarazzo, i pazienti si rivolgono tardivamente ad uno specialista e vivono il loro disagio senza chiedere aiuto.
Induratio penis plastica: cause, sintomi e cure
La Induratio Penis Plastica è una patologia benigna del pene anche conosciuta come “sindrome di La Peyronie” in quanto venne identificata nel 1743 dal chirurgo francese Francois de La Peyronie che notò in Luigi XIV la comparsa di dolore e di un evidente incurvamento penieno in erezione, diagnosticando così al “Re Sole” tale patologia. La malattia provoca una fibrosi circoscritta della tunica albuginea, la guaina scarsamente vascolarizzata che riveste i corpi cavernosi del pene. L’area di fibrosi, definita genericamente “placca“, costituisce una limitazione all’elasticità del pene durante l’erezione determinando una curvatura verso il versante malato. Gli incurvamenti dorsali (verso l’addome) e laterali sono più comuni ma può essere osservata anche una deviazione ventrale (verso il basso).
Il grado di curvatura è estremamente variabile: in alcuni casi diventa tale da impedire i rapporti; inoltre, la placca può interferire con la normale funzionalità del tessuto erettile ed in alcuni casi può determinare un deficit erettile e/o un accorciamento del pene gravando anche da un punto di vista psicologico in considerazione dell’alterazione della propria immagine corporea. Nella patogenesi di questa condizione vengono individuate 2 fasi distinte: la prima definita “florida”, in cui è in atto un processo di genesi della placca e il paziente può riscontrare un dolore al pene soprattutto in erezione, la seconda fase è conosciuta invece come fase “stabilizzata”, in cui si raggiunge una metaplasia ossea con la placca che raggiunge una fase di stabilizzazione provocando deformità e incurvatura del pene.
Qualche dato statistico
Da un punto di vista statistico, la malattia colpisce circa il 7-10% della popolazione maschile ed ha la massima incidenza sui soggetti di età compresa tra i 50 e i 60 anni, anche se spesso viene riscontrata anche in alcune persone di età più giovane. Tra i principali fattori di rischio sono considerati il diabete, l’ipertensione arteriosa, la dislipidemia, le malattie cardio-vascolari, il fumo di sigaretta e l’abuso di alcool.
Relativamente alle cause invece, esistono molte teorie anche se non vi è ancora univocità di vedute. La teoria prevalente è che la fibrosi della tunica albuginea sia conseguenza di un trauma micro-vascolare, o di ripetuti micro-traumi, dell’asta del pene, con deformazione dello stesso, che avvengono durante i rapporti sessuali. Nonostante ciò, la maggior parte dei pazienti non ricorda che alcun evento traumatico abbia preceduto l’inizio della sintomatologia. Attualmente la maggior parte degli autori propende per una patogenesi caratterizzata da un’alterazione del processo di riparazione dopo traumi o micro-traumi che si sviluppa in individui geneticamente e/o immunologicamente predisposti.
Le onde d’urto nella terapia dell’induratio penis plastica
Le onde d’urto a bassa intensità (LI-ESWT) rappresentano una validissima alternativa nella terapia di questa problematica. Esse infatti, hanno un duplice meccanismo d’azione: un’azione prettamente fisica che favorisce la frantumazione della placca, un’azione sull’attività biologica dei tessuti del pene e della placca stessa, modulando le attività delle cellule infiammatorie che sembrano essere le dirette responsabili della sua formazione. In tal modo si avrà una vera e propria stabilizzazione della placca, con l’interruzione della progressione della patologia. In una consistente percentuale di casi, inoltre, si può avere anche la riduzione delle dimensioni e soprattutto della consistenza della placca stessa. L’attività terapeutica dell’ESWT oltre ad avere come bersaglio la placca, può modulare anche la sensibilità dolorifica a livello penieno, andando in tal modo a ridurre, o spesso ad eliminare lo spiacevole dolore.
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