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L’utilizzo della diatermia nei disturbi temporo mandibolari

L’uso della radiofrequenza o diatermia a trasferimento energetico capacitivo e resistivo è validata – in letteratura scientifica – da risultati clinici oggetto di numerose pubblicazioni. Pur in assenza di studi randomizzati e controllati sono disponibili numerose casistiche pubblicate su riviste che ne convalidano l’utilità in patologie traumatiche e degenerative, con riduzione della sintomatologia dolorosa, dell’edema tissutale e recupero precoce della funzione. Da questi elaborati viene messo in evidenza che con l’uso di farmaci antinfiammatori ed antiedemigeni o con altre metodiche di terapia fisica non viene raggiunta efficacia analoga.

Con tale metodica viene controllata meglio – rispetto ai consueti farmaci analgesici – anche la sintomatologia dolorosa. Nel corso di tutti i trattamenti, non si sono verificati casi di ipersensibilità al trattamento né specifici e i pazienti trattati con Velvet TMJ hanno riferito un’immediata sensazione di benessere sin dalla prima seduta, soprattutto in relazione alla riduzione marcata del dolore.

Velvet TMJ è uno stimolatore elettromagnetico del microcircolo, che per mezzo di un onda radio a media (500Khz) ed alta (1000Khz) frequenza applicata per contatto sul substrato biologico ne determina un’attivazione metabolica stimolando la circolazione sanguigna/linfatica in aree del corpo più o meno estese. Il device TQM utilizza una tecnica di lavoro detta diatermia capacitiva: un’onda elettromagnetica alternata con frequenza che va da 30Khz e 300Ghz e una diatermia resistiva, ovvero un’onda elettromagnetica continua che passa tra i due elettrodi metallici.

diatermiaChe cosa è un’onda elettrica?

L’onda elettromagnetica è una perturbazione elettrica e magnetica che si propaga nello spazio, anche in presenza di vuoto e trasporta energia ed informazioni da un punto ad un altro. Tale perturbazione è costituita da una vibrazione simultanea di un campo elettrico ed uno magnetico attorno alla loro posizione di equilibrio. L’onda elettromagnetica si propaga alla velocità della luce.

La diatermia può essere definita una forma di “termoterapia endogena”, quindi una terapia basata sul calore (l’impiego del calore con finalità terapeutiche in presenza di affezioni dolorose muscolari ed articolari, è diffuso già da un quarto di secolo). Endogena poiché i tessuti trattati con diatermia sono indotti a produrre calore. Un calore interno che con il raggiungimento di temperature di circa 36°- 40,5° porta il corpo del paziente a collaborare in modo attivo, per il raggiungimento più veloce della guarigione. Pertanto gli effetti biologici si avranno in base al graduale incremento di temperatura endogena. Nonostante queste due modalità di funzionamento delle radiofrequenze siano integrate nello stesso apparato, si tratta di due modalità molto differenti.

Diatermia capacitiva

La diatermia capacitiva è caratterizzata dall’utilizzo di un sistema che impiega un condensatore elettrico. La fonte di energia è esterna, ci sono due armature (placca, isolata con gel ecografico) e trasduttore (o parte lavorante, isolata con una crema conduttiva) ed il dielettrico che non permette il passaggio di corrente elettrica (corpo umano), ma semplicemente si avrà il passaggio di un’onda elettromagnetica che sarà alternata e pulsata.

La diatermia capacitiva è indicata per essere usata sui tessuti molli, ad alto contenuto d’acqua o altri liquidi biologici (sangue e linfa). La tecnica capacitiva permette di lavorare con intensità maggiori, più in profondità e producendo un notevole aumento della temperatura. In definitiva, la modalità capacitiva è adatta a qualsiasi tipo di trattamento, per via della sua potenza e capacità di penetrazione nei tessuti. La tecnica resistiva viene invece per trattamenti più superficiali, come nel caso di tendini e legamenti, ma anche di tessuto osseo prossimo alla pelle.

diatermiaDiatermia Resistiva

La Diatermia Resistiva utilizza un’onda elettromagnetica che viene trasmessa in modo continuo tra i due elettrodi senza l’utilizzo di condensatori. Si tratta di un sistema che lavora sulle impedenze incontrate e produce un aumento della temperatura dovuto all’effetto Joule. Il passaggio di corrente elettrica tra i due elettrodi metallici, determina un riscaldamento dei tessuti compresi tra di essi, che sarà maggiore nei tessuti con una resistenza elettrica più elevata, quindi ad alta densità connettivale come osso, legamenti, tendini, aponevrosi, capsule articolari, cartilagini articolari, cordoni fibrotici, cheloidi e cicatrici.

Tutti questi tipi di tessuto si riscalderanno di più durante un’applicazione resistiva rispetto a una capacitiva, a parità di intensità impiegata. Inoltre, in modalità resistiva bisogna impiegare circa il 30/40% di potenza in meno di quella usata in modalità capacitiva, per evitare il rischio di surriscaldamento eccessivo della pelle.

Modalità monopolare e bipolare

La modalità monopolare comporta l’uso di un elettrodo “lavorante” e di una placca “di ritorno” che ha lo scopo di chiudere il circuito ma che, in realtà, trattandosi di un campo elettromagnetico alternato e pulsante, esplica anch’essa una funzione lavorante. È consigliabile mettere la placca di ritorno quanto più in opposizione rispetto all’elettrodo lavorante e quanto più vicino possibile ad esso per ridurre al minimo le impedenze incontrate. Nella modalità bipolare l’elettrodo lavorante e la placca di ritorno sono condensati sullo stesso manipolo. Si lavora quindi con un solo elettrodo, metodo che rende più facile e semplice il trattamento.

diatermiaFrequenza, impedenza e potenza

La frequenza rappresenta il numero di cicli nell’unità di tempo. Tramite la frequenza è possibile concentrare le onde elettromagnetiche a diversi livelli di profondità nei tessuti. Con frequenze di 1000KHZ si concentrano le cariche elettriche più in superficie. Con frequenze di 500KHZ si concentrano le cariche più in profondità. L’impedenza è l’equivalente biologico della resistenza elettrica, si misura in Ohm, si divide in impedenza cutanea ed interna.

Le impedenze abbassano le potenza di picco della macchina influenzando le potenze di lavoro e vengono misurate attraverso un impedenziometro dinamico, che le calcola ogni 250 millisecondi, leggendo i parametri biologici di continuo e variando continuamente quelli di lavoro della tecnologia, a garanzia dell’efficacia e della sicurezza del trattamento. La potenza della macchina è un altro parametro importante e quella di Velvet TMJ ha potenze di picco di 150W. Per effetto Joule si intende invece il riscaldamento di un conduttore attraversato dalla corrente elettrica ed è determinato dai movimenti Browniani che si generano fra gli atomi del conduttore (in questo caso il corpo umano) e gli elettroni della corrente.

Il principio su cui si basa la tecnologia TMJ è di stimolare l’organismo nei suoi meccanismi autoregolatori per favorire la fisiologica attività tissutale dall’interno, sostenendolo nelle sue funzioni di recupero ed attivandone i naturali processi antinfiammatori e riparativi. Determinando un incremento della temperatura opportunamente modulato, si produce un’accelerazione dei naturali processi biologici dell’organismo nella zona interessata, agendo sull’infiammazione, sull’edema e sul dolore, migliorando il trasporto dell’ossigeno dal circolo arterioso periferico ai tessuti, facilitando l’incremento delle riserve di ossigeno nel muscolo o nei tessuti interessati e accelerando l’attività dei mediatori chimici tissutali.

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