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La radiofrequenza in Odontoiatria: terapia delle disfunzioni dell’ATM e di patologie endorali

L’apparato stomatognatico è spesso causa di disturbi dolorosi o puramente funzionali che determinano una scadente qualità della vita a chi ne è affetto. Le cause delle problematiche sono varie e possono riguardare la componente puramente ossea, quella cartilaginea o quella muscolo tendinea. Appare evidente come, per una corretta terapia, sia necessario in prima istanza una corretta diagnosi eziologica. Risulta altresì chiaro che spesso, la patologia dell’ATM, non si limita a creare problemi a livello temporo-mandibolare, ma si riflette anche sulla colonna cervicale, sull’apparato auricolare, sui muscoli cervicali o nella spalla. In altre parole, essa può agire da campo di disturbo o da zona trigger da trattare in via primitiva per risolvere la patologia. In questo senso, la radiofrequenza in odontoiatria, applicata con una tecnologia specifica sia per l’articolazione temporo mandibolare sia per alcune patologie endorali può essere di estrema importanza per risolvere il disturbo principale e quelli derivati da esso. Si tratta di una tecnologia dotata sia di manipoli esterni che endorali da usare in modalità capacitiva – per le basse impedenze – oppure in modalità resistiva – per le alte impedenze.

Radiofrequenza: le indicazioni terapeutiche

Nelle patologie dell’apparato stomatognatico la radiofrequenza – conosciuta anche con il nome di diatermia – ha un’indicazione non solo nelle patologie dell’ATM,ma anche a livello delle parodontopatie, delle gengiviti, delle perimplantoclasie, e delle patologie a carico delle due branche inferiori del trigemino. Attraverso l’utilizzo dell’elettrodo endorale possono essere trattate gengiviti, recessioni gengivali, afte orali, tasche parodontali a tre pareti previo curettage della tasca, deiscenze di suture e deiscenze di membrana, facilitazione dell’ossificazione dei materiali posti nelle tasche parodontali e nei rialzi di seno mascellare nonché nei rialzi di cresta ossea. Nelle disfunzioni dell’ATM risulta possibile trattare direttamente lo pterigoideo interno ottenendo un completamento del trattamento esterno di una simile patologia. La radiofrequenza in odontoiatria è indicata anche per le disfunzioni del velo pendulo, spesso causa primaria di patologie auricolari o del meccanismo della deglutizione.

radiofrequenza in odontoiatriaGengiviti, parodontopatie e perimplantoclasie

Nelle gengiviti, nelle parodontopatie e nelle perimplantoclasie viene sfruttata principalmente l’attività biologica e antiflogistica della diatermia così come anche nelle patologie dell’ATM, nonché l’effetto piezoelettrico dell’osso, mentre nelle neuropatie del trigemino si sfrutta soprattutto l’effetto termico oltre che quello analgesico. La velocità di guarigione dipende anche dall’utilizzo sinergico di farmaci veicolati tramite l’elettroporazione, che diminuiscono sensibilmente i tempi necessari.

Nelle parodontiti, dove la lesione riguarda i tessuti più profondi quali il legamento parodontale ed il tessuto osseo, è necessario l’utilizzo dell’elettrodo endorale in modalità sia capacitiva (gengiva) sia resistiva (ligamento parodontale e tessuto osseo). Le sedute necessarie per ottenere un buon esito del trattamento sono comprese tra 10 e 20, un numero variabile in funzione della risposta del paziente e dell’entità della lesione e, in questo caso, l’uso di farmaci è assolutamente indicato.

Lo stesso tipo di trattamento riguarda le perimplantoclasie. L’uso della radiofrequenza in odontoiatria è particolarmente indicato nelle recessioni ossee verticali, in cui non esistono cavità a tre pareti suscettibili di terapia chirurgica che, per quanto più traumatica, ha il pregio di essere più veloce. D’altra parte, l’impiego della diatermia è assai utile dopo il trattamento chirurgico perché contribuisce a ridurre notevolmente i tempi di guarigione. In questo caso, l’elettrodo capacitivo necessita una potenza del 7/8 % e una frequenza di 1.000 Khz, con sedute bisettimanali di 20-30 minuti. Generalmente, sono sufficienti 5 sedute per ottenere un buon consolidamento della mucosa attraverso l’utilizzo dell’elettrodo endorale.

Patologie di natura fisioterapica

Interessante è l’uso della diatermia nelle patologie dell’ATM, in particolare in quelle di natura artrosica, meniscale, disfunzionale e nel post operatorio là dove l’unica terapia attuabile è quella chirurgica. L’ATM svolge un ruolo importantissimo nella masticazione e nella fonazione, ma anche nell’atteggiamento posturale del paziente. Una sua alterazione determina modifiche nell’equilibrio posturale del paziente (catena discendente) così come, al contrario, essa può essere interessata da alterazioni delle articolazioni sottostanti (catena ascendente). L’ATM è formata da una cavità ossea – la cavità glenoide del processo zigomatico dell’osso temporale – da una capsula articolare e da un menisco che permette di avere una perfetta congruenza fra le superfici articolari, che presenta una zona meccanicamente più debole posteriormente in cui esso ricopre il condilo mandibolare. La parte anteriore del menisco – più resistente – si inserisce sulla capsula articolare e riceve la parte terminale del muscolo pterigoideo laterale. Il menisco compie dei movimenti di scivolamento in avanti e all’indietro a seconda che la bocca sia aperta o chiusa.

radiofrequenza in odontoiatriaLe patologie dell’articolazione temporo – mandibolare possono essere disontogenetiche, con alterazioni morfologiche di una o di entrambe le componenti ossee, con dismorfismi che rendono incompetenti fra di loro i vari capi ossei, artrosiche, in cui si hanno fenomeni degenerativi a carico della cartilagine articolare, oppure traumatiche coinvolgenti la parte ossea o quella meniscale o entrambe. In tutti i casi si hanno difficoltà nell’aprire o chiudere la bocca, rumori di “scroscio“, dolori articolari. Altre volte, la presenza di una patologia dell’ATM può comportare la comparsa di bruxismo o di altre parafunzioni che determinano alterazioni dell’occlusione, consumo patologico dei denti e vere e proprie fratture degli stessi.

Radiofrequenza in odontoiatria: altri cenni di patologie di natura fiosioterapica

Altre volte, la patologia dell’ATM è secondaria ad altre alterazioni posturali nelle quali essa contribuisce a ritrovare l’equilibrio perduto a spese di mal posizioni della stessa che, a lungo andare, provocano disturbi importanti. Da ciò deriva che l’ATM riveste un ruolo fondamentale di modulatore funzionale – adattativo per molte patologie extra ed intra regionali. In questo senso, va inquadrata all’interno delle leggi che regolano l’omeostasi posturale. Le alterazioni dell’ATM possono essere determinate anche da estrazioni dentarie non rimpiazzate che determinano disgnazie, oppure da apparecchi protesici incongrui, che determinano una variazione del tono delle catene miofasciali che cercano di raggiungere comunque un’intercuspidazione efficiente. Il protrarsi nel tempo di queste situazioni può portare compensi disfunzionali a carico dell’ATM con comparsa di vari disturbi e alterazioni posturali extraregionali.

L’utilizzo della radiofrequenza in odontoiatria è ideale per risolvere un ipertono muscolare derivante da un’errata dimensione verticale. Ciò causa una serie di conseguenze cliniche estremamente importanti che trovano la loro terapia nella correzione primitiva delle cause reali che hanno provocato il disturbo, e che possono avvalersi della diatermia per attenuare il dolore e la contrattura patologica dei muscoli interessati dall’alterazione che, a loro volta, contribuiscono a peggiorare la situazione disgnazica.

radiofrequenza in odontoiatriaSistema nervoso vegetativo e disbiosi intestinale

Oltre a questo tipo di disturbi, le patologie dell’ATM possono influire anche sul sistema nervoso vegetativo determinando disturbi del sonno, del tono dell’umore, stati ansiogeni e depressivi. Si possono avere anche alterazioni a carico del sistema micro circolatorio e linfatico e sul sistema immunitario. Inoltre, l’ATM è un’articolazione assai sensibile all’azione tossica di molti materiali comunemente impiegati in odontoiatria.

Infine, alla base di un’alterazione dell’ATM può esservi anche una disbiosi intestinale. In questo senso, l’analisi batteriologica e micologica quantitativa e qualitativa delle feci e la ricerca della composizione del microbiota intestinale può fornire notizie importanti circa l’eventuale etiologia disbiotica della patologia e da essa si possono trarre informazioni utili circa la terapia. Anche la disodontiasi dell’VIII odontone o una flogosi batterica possono determinare una patologia dell’articolazione temporo -mandibolare.

Su tutti questi disturbi la diatermia può esercitare notevole effetto benefico. L’indicazione è quella di utilizzare l’elettrodo resistivo con la placca di ritorno posta sotto il collo o sotto l’ATM contro laterale ponendo il paziente sdraiato su un fianco. Sono necessari trattamenti bisettimanali di 20-30 minuti, con una potenza del 25% con frequenza 500 Khz per 20-30 minuti a seconda del tipo e dell’entità della patologia (acuta o cronica).

Ipertono e ipotono muscolare

Se la patologia riguarda un iper o ipotono dello pterigoideo esterno va trattato con diatermia capacitiva e sono necessarie potenza al 35% e frequenza 500 Khz. In questo caso, deve essere associata la terapia con l’elettrodo endorale in modo da aggredire direttamente anche lo pterigoideo interno. Per il trattamento delle forme iper o ipotoniche muscolari nonché per i trattamenti antalgici sarà sempre utilizzata la modalità di immissione diretta dosando opportunamente la durata dello stimolo e la durata della pausa.

radiofrequenza in odontoiatriaGeneralmente si ottiene un miglioramento della sintomatologia dolorosa, delle contratture, dell’atteggiamento posturale, della masticazione e della deglutizione nel giro di 6-7 trattamenti (numero che può variare in relazione ai criteri detti più sopra). Lo stesso trattamento può essere messo in atto anche in caso di correzione chirurgica della patologia a cominciare da 2 o 3 giorni dopo l’intervento. Con questa metodica si ha una drastica riduzione dei tempi di guarigione ed una notevole riduzione del dolore post operatorio e dell’edema connesso. Se quest’ultimo dovesse essere particolarmente evidente può essere trattato attraverso l’elettrodo capacitivo, usato in senso drenante con movimenti diretti verso le stazioni linfatiche latero cervicali e sovraclaveari usando la potenza del 35%, la frequenza di 1.000 Khz per 15 minuti in sedute trisettimanali o giornaliere a seconda dell’entità dell’edema e della risposta individuale del paziente.

Radiofrequenza in odontoiatria: indicazioni sulle nevralgie

Infine, un altro impiego importante della radiofrequenza in odontoiatria è rappresentato dalle nevralgie della 2° e della 3° branca trigeminale. Si tratta di lesioni spesso in relazione con affezioni dei seni paranasali mascellari, etmoidali, sfenoidali nonché con patologie traumatiche sia iatrogene (lesioni della 3° branca da implantologia incongrua) che occasionali. La diatermia ha un impiego anche nelle nevralgie trigeminali e facciali “a frigore“ sia individuale che sinergicamente a farmaci. In questi casi è consigliabile l’uso dell’elettrodo capacitivo sulla cute della regione interessata mentre la piastra di ritorno deve essere posta sotto la regione cervicale. La potenza dovrà essere del 25% e la frequenza di 1.000 Khz, in sedute giornaliere da 30. Si tratta di lesioni difficili da trattare, che necessitano di numerose sedute e che si giovano anche dell’elettroporazione nonché della somministrazione di farmaci per via generale.

Le nevralgie “a frigore“ al contrario, vengono risolte velocemente con lo schema di trattamento esposto sopra. Possono essere trattate anche le afte orali usando l’elettrodo capacitivo endorale a bassa potenza (6/7 %) con frequenza 1.000 Khz, in sedute bisettimanali da 10 minuti.

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In conclusione possiamo dire che la Radiofrequenza in odontoiatria erogata dalla tecnologia TMJ presenta numerose implicazioni terapeutiche che non sono limitate alla cura delle patologie dell’ATM ma che, grazie all’elettrodo endorale, si estendono anche alla terapia di molte patologie dell’interno della bocca. Tali caratteristiche ne fanno un device utile e innovativo sia nelle mani dello gnatologo specialista, sia in quelle dell’odontoiatra classico che, con questo dispositivo, trova un valido alleato contro patologie quotidiane che rubano tempo ed energie allo specialista.

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